Gli Uffizi - le origini del grande Museo
L’assedio di Firenze, nel 1530 aveva causato non pochi disagi e distruzioni alla città, che dopo il ritorno di Alessandro de’ Medici, nel luglio del 1531, viene ricostruita e fortificata. In più punti vengono eretti nuovi tratti di mura, si abbattono i ripari provvisori fatti costruire da Michelangelo e si rafforza il sistema difensivo mediante la costruzione di fortezze, come la Fortezza da Basso, progettata da Antonio da Sangallo il Giovane dopo il rifiuto di Michelangelo. Nel 1537 il giovane Alessandro viene assassinato e gli succede Cosimo de’ Medici, che negli anni successivi fa ricostruire gli interni di Palazzo Vecchio, risistemare l’area di Palazzo Pitti (acquistato con la dote di della moglie Eleonora di Toledo nel 1549), innalzare le Logge del Mercato Nuovo e del Pesce, il grande complesso degli Uffizi, il ponte Santa Trinita e numerose ville e fortezze fuori Firenze.
L’adesione di Vasari alle richieste progettuali di Cosimo conduce dal 1560 alla costruzione degli Uffizi, concepiti come unitario luogo di residenza e rappresentanza delle maggiori magistrature fiorentine, strappate alle loro sedi originarie e sistemate, le une accanto alle altre, sotto il diretto controllo del duca, insediato a Palazzo Vecchio (il nome Uffizi, che oggi indica principalmente l’edificio che ospita il grande museo fiorentino significava allora semplicemente “uffici”).
Con questo nuovo edificio, Vasari qualifica il centro simbolico, antico di Firenze inserendovi un nuovo complesso moderno e aderente ai canoni estetici rinascimentali, e nello stesso tempo costruisce una sede funzionale per le tredici magistrature. Il lungo corridoio degli Uffizi si innesta su Piazza della Signoria da un lato, e dall’altro si apre mediante una loggia a serliana sull’Arno favorendo così una doppia visione: quella del Palazzo Vecchio rimasto inalterato nel suo aspetto medievale, profondamente significativo per la città, e quella di fondale teatrale, la cortina sul fiume con la doppia loggia , che discende direttamente dalle scenografie degli spettacoli.
I due corpi di fabbrica costruiti lungo il percorso sono porticati al piano inferiore perché lo spazio centrale era parte integrante del progetto originario, vera e propria piazza o “sala”, necessaria all’attività quotidiana delle magistrature (oggi il corridoio ha perduto questa funzione pubblica ed è diventato un asse di scorrimento pedonale tra Piazza della Signoria e il Lungarno).
Alle radici del progetto vasariano per l’area degli Uffizi si possono individuare meditazioni sulla Piazza San Marco a Venezia e sul Campidoglio di Michelangelo: modelli qui rielaborati su scala più ridotta, perché la compatta struttura dell’antico centro fiorentino non consentiva, neppure a Cosimo, una vasta politica di espropri e sventramenti. L’ultimo piano degli Uffizi era destinato all’uso privato del duca, ma non ancora a ospitare le raccolte d’arte dei Medici, che vi furono trasportate solo dopo i rifacimenti ad opera del Buontalenti, voluti da Francesco I, intorno al 1584. Ancora un intervento lega i nomi di Cosimo I e Vasari agli Uffizi: la costruzione di un percorso sopraelevato segreto tra il Palazzo Vecchio e il complesso di Palazzo Pitti, oltre l’Arno, collegato direttamente alla cerchia bastionata di Firenze.