Il vaso François e la sua incredibile vicenda

L’incredibile vicenda del vaso François al Museo Archeologico di Firenze

vaso François - Museo Archeologico di Firenze
vaso François - Museo Archeologico di Firenze
Vaso François, Museo Archeologico di Firenze

Il vaso François al Museo Archeologico di Firenze è uno dei pezzi più preziosi del museo fiorentino. Sia perché si tratta di un oggetto con caratteristiche uniche, sia perché è stato protagonista di un incredibile vicenda.

Pronti a scoprire la storia del vaso François?

Il ritrovamento del vaso François

Verso la metà dell’ottocento l’archeologo Alessandro François stava scavando nei territori toscani degli antichi etruschi. Fu a circa 3 km da Chiusi, in provincia di Siena, che si imbatté nei frammenti di quello che si sarebbe rivelato un prezioso reperto.

Si trattava di un antico vaso greco datato 565 a.C. e, benché ridotto in mille pezzi, l’archeologo si rese subito conto del suo inestimabile valore. Chiamò a scavare quasi cento uomini per poter ritrovare tutte le preziose componenti del vaso. Si dice che la quantità di terra che smosse avrebbe potuto riempire il Colosseo! Nonostante questo non fu possibile ritrovare tutti i pezzi mancanti e i restauratori fecero del loro meglio per riportare in vita il vaso.

Fu fatto un ottimo lavoro e l’opera, chiamata vaso François dal nome del suo scopritore, fu esposta al Museo Archeologico di Firenze.

Purtroppo però non era ancora destinata a starsene tranquilla in una teca di vetro. Infatti nel 1900 il vaso fu vittima della folle rabbia di un custode del Museo. Accecato dall’ira, il suddetto custode pensò bene di lanciare qualcosa per sfogare la rabbia, dimenticandosi di essere all’interno di un museo, e centrò in pieno il vaso François. Questo si disintegrò in più di 600 pezzi!

Ma nonostante il disastro, il vaso uscì dalla restaurazione ancora meglio di prima! Sarà la dimostrazione che la civiltà greca è immortale? Ci piace credere di si!

Le caratteristiche del vaso François

Il vaso François viene definito un cratere a volute. Si tratta di un particolare tipo di vaso che veniva utilizzato per mescolare vino e acqua da servire durante i celebri banchetti greci. Le anse hanno la forma di volute – ovvero a spirale –  e il vaso François è presumibilmente il primo di questa categoria.

Conosciamo gli artigiani-artisti del vaso François poiché i loro nomi vi compaiono ben due volte: Ergotimos fece il vaso e Kleitias lo dipinse.

Lo dipinse in un modo assolutamente ricco di particolari e di didascalie che costituiscono una fonte di inestimabile valore per gli studiosi.

I dipinti del vaso François

vaso François Museo Archeologico di Firenze

Le figure e le scene rappresentate sul vaso sono molteplici, di stampo sia mitologico che decorativo e ricoprono ogni sua parte. Osservando il collo, la spalla, le anse, il ventre e il piede del vaso si scoprono dettagli di diverse figure mitologiche: così tante e così tanto dettagliate che sembra ci sia un mondo dipinto su quel vaso.

Concentriamoci per comodità sulle rappresentazioni del collo e della spalla del vaso François.

La spalla del vaso corrisponde alla fascia centrale. Qui Kleitias raffigura il matrimonio di Peleo e Teti e la scena si snoda lungo tutta la circonferenza del vaso. Vi sono raffigurati tutti gli dei dell’Olimpo, invitati alla cerimonia, da Dionisio a Atena. Mito vuole che l’unica non invitata fu la dea della discordia, e proprio questo invito mancato scatenerà poi la guerra di Troia.

Sul registro superiore del collo del vaso è invece rappresentato il geranos, la danza della gru . La danza celebra l’uccisione del Minotauro e si vedono i ragazzi ateniesi fuggiti dal labirinto e dalle fauci del Minotauro che festeggiano nel santuario di Appollo sull’isola di Delo. Protagonista è ovviamente Teseo, l’eroe che è riuscito nella mitica impresa. Secondo la leggenda, Arianna non era presente a Deli, ma Kleitias la raffigura comunque e la sua figura assume quindi un valore simbolico. Il geranos infatti ha la funzione di far rivivere tutta l’avventura ed Arianna vi ha svolto un ruolo cruciale, donando a Teseo il celebre gomitolo. Ecco perché la sua figura deve rivivere durante la festa nonostante non fosse presente fisicamente.

E dopo tutte le peripezie che queste figure mitologiche hanno dovuto affrontare per arrivare fino al Museo Archeologico di Firenze, non ci sono motivi per non andare a conoscerle più da vicino! Lunga vita al vaso François!

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