La Venere, musa immortale di Botticelli

La Venere, musa immortale di Botticelli

Cupola del Duomo

Simonetta Vespucci, la ragazza più bella della Firenze rinascimentale resa eterna dall’artista, cantata anche dai poeti e amata dai Medici

Pochi la conoscono con il suo vero nome, tutti la conoscono come la Venere di Botticelli. Di lei venne detto che fu “la più bella” della Firenze rinascimentale, soprannominato “la sans pars”, a conferma di ciò.
Simonetta Vespucci, nata Cattaneo, fu una gentildonna italiana vissuta nel Rinascimento. Non conosciamo con certezza il luogo di nascita, probabilmente Genova o Portovenere, sappiamo che nacque nel 1453.

Arrivò nella città di Firenze quando Lorenzo il Magnifico aveva da poco preso il posto del padre Piero. Si sposò con Marco Vespucci, un lontano cugino del famoso navigatore, per volere dei Cattaneo che erano interessata a stabilire una parentela con una famiglia di banchieri fiorentini.

Durante i suoi anni a Firenze, Simonetta prese parte alla vita di corte e molti ne rimasero affascinati, tanto da celebrarne la bellezza.
Nonostante la sua breve vita, (morì nel 1476 a soli 23 anni, si pensa di tisi), lasciò un ricordo indelebile nella città che è arrivato ai nostri giorni. Si narra che la bellezza non l’abbandono nemmeno dopo la morte: leggenda vuole che nella Chiesa di Ognissanti, la bara di Simonetta venne lasciata aperta per permettere a tutti di ammirare per un’ultima volta la bellezza invariata della giovane.

CURIOSITA’: il soprannome “sans par” venne scelto perché nessuna donna poteva essere paragonata alla sua bellezza eterea.

 

Primavera di Botticelli, Uffizi

SIMONETTA E BOTTICELLI

Il suo nome è legato a doppio filo a quello di Sandro Botticelli, pittore fiorentino del Rinascimento che decise di renderla immortale attraverso le sue opere.
Nel 1475 la bellezza di Simonetta venne ritratta su uno stendardo realizzato dal pittore per “la giostra di Giuliano” a lei dedicata. Sullo stendardo fu inserita la scritta “la sans par” (senza pari), con lettere oro e venne raffigurata allegoricamente nei panni di Venere-Minerva con Cupido ai suoi piedi.

CURIOSITA’: la giostra di Giuliano fu un torneo a cavallo in cui l’obiettivo era disarcionare l’avversario, che si svolse in Piazza Santa Croce a cui parteciparono cavalieri delle famiglie più importanti della città. Questa giostra in particolare, passò alla storia per la bellezza e la ricchezza di dettagli degli ornamenti e delle armature. Questa fu vinta da Giuliano de Medici.

La “sans par” fu resa immortale dalla pittura. Furono numerosi gli artisti che ritrassero il suo volto dagli occhi chiari e incorniciato dai lunghi capelli biondi, ma senza dubbio nessuno come Botticelli riuscì a renderla famosa.

Botticelli ne fece la sua musa ispiratrice. Non ci sono certezze storiche, ma sembra che sia stato proprio il suo viso ad ispirare la Venere e una delle tre grazie nei suoi due quadri più famosi. La bellezza della giovane rimase impressa nella mente dell’artista, tanto da ritrarla anche dopo la sua morte.
Nella “Nascita di Venere” (1485 ca) venne raffigurata al centro del dipinto. Esso fu realizzato con l’intenzione di celebrare la Venere come simbolo di amore e bellezza.
Nella “Primavera” (1477-1482), probabilmente venne ritratta come Flora, dea della fioritura.
Probabilmente Simonetta venne ritratta anche nel quadro “Venere e Marte” (1482-1483) di Botticelli, esposto alla National Gallery d Londra.

La amó tanto da farsi seppellire ai suoi piedi, nella chiesa di Ognissanti.

Nascita di Venere, Botticelli
Crediti foto Pixabay

SIMONETTA E I FRATELLI LORENZO E GIULIANO DE MEDICI

I fratelli Medici più famosi accolsero Simonetta e il marito a Palazzo Medici e in loro onore organizzarono una festa nella villa di Careggi. Fin dal primo incontro entrambi rimasero affascinati dalla giovane donna.

Lorenzo il Magnifico fu il primo ammiratore della dama, tanto da dedicarle poesie, sia mentre lei era in vita che dopo la sua morte.

Fu Giuliano, si dice, che si innamorò perdutamente di lei tanto da prometterle e dedicarle la vittoria della giostra del 1475.

Nelle “Stanze per la giostra” di Poliziano, venne raccontato l’amore platonico di Giuliano per una nobildonna fiorentina.
Il protagonista Iulio è un giovane che si dedica alla caccia e che dispregia l’amore. Cupido desideroso di vendetta nei confronti di Iulio, crea un piano per farlo innamorare. Durante una battuta di caccia, il protagonista vede una cerva bianca e inizia a seguirla fin quando arriva in un prato fiorito e l’animale scompare, lasciando spazio ad una giovane donna, associata alla figura di Simonetta. A questo punto dovrà lottare per conquistarla e dimostrare il suo valore vincendo un torneo. L’opera rimase incompiuta probabilmente a causa della morte dei protagonisti.

Il quadro “Venere e Marte”, già citato precedentemente, pare ritragga i due giovani innamorati, con Simonetta ancora una volta nei panni della Venere che osserva Giuliano, nei panni di Marte.

CURIOSITA’: il destino volle che questi due innamorati morissero entrambi in giovane età, a distanza di due anni esatti l’uno dall’altra, aggiungendo un tocco di poesia a questa storia d’amore rinascimentale.
Simonetta Vespucci morì il 26 aprile 1476, a causa della tisi.
Giuliano de Medici morì il 26 aprile 1478, assassinato nella congiura dei Pazzi.

 

 

Le spoglie di Simonetta Vespucci trovarono posto nella Chiesa di Ognissanti, ma col tempo se ne persero le tracce. Probabilmente sono andate perse durante l’alluvione di Firenze del 1966. Venere, la quale secondo la leggenda, nacque dalle acque, li fece ritorno.

La sua bellezza e il suo fascino leggendari, cantati da poeti e dipinti da pittori, è senza tempo.
L’esistenza di Simonetta fu breve, ma la sua bellezza è stata tramandata e e conservata affinché tutto il mondo possa ammirarla anche a distanza di secoli, creando cosi un mito.

 

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