Abbiamo già parlato dei capolavori di Giotto conservati nella bellissima Firenze.
E’ tempo adesso di andare alla scoperta di un’opera meno conosciuta e conservata in un museo davvero inaspettato
Vi apriamo le porte della Galleria dell’Accademia!
Il museo è conosciuto soprattutto per lo storico David di Michelangelo.
In realtà conserva nelle sale del pianterreno e del primo piano – ebbene sì, esiste un piano superiore – esemplari pittorici dei massimi artisti fiorentini del XIII, XIV e XV secolo.
Tra questi si trovano artisti del calibro di Taddeo Gaddi, Andrea Orcagna, Lorenzo Monaco e Giotto.
Al lato della sala del Duecento si apre un’ala in cui sono esposte le opere dei seguaci giotteschi.
Ma solo una è originale di Giotto, e proprio su quella andiamo a porre la nostra attenzione
La Testa di Pastore: Affresco di Giotto all’Accademia
L’affresco proviene dalla cappella maggiore della Badia Fiorentina.
Probabilmente doveva far parte della scena di Gioacchino tra i pastori.
La testa di un giovane pastore di profilo, con cappuccio, la bisaccia a tracollo e un cielo azzurro intenso.
Questo è il particolare da attribuire alla mano di Giotto.
Avvicinandoci maggiormente all’opera ritroviamo quei dettagli innovativi che caratterizzano l’arte di Giotto.
Il profilo, ad esempio, si presenta più marcato nella zona della fronte e va sempre più assottigliandosi avvicinandosi al labbro.
La stesura del colore è data in maniera veloce, come è possibile notare sul cappuccio e sulla borsa.
Questo particolare denota la padronanza acquisita dall’artista nella tecnica dell’affresco.
Come abbiamo già approfondito nell’articolo precedente, l’innovazione giottesca riguarda una rappresentazione naturalistica, una resa della realtà.
Anche in questa opera la mano del maestro è riconoscibile nella rappresentazione della capretta che tenta di mangiare una foglia, alle spalle del giovane pastore.
Un atto naturale, carico di quella semplicità che Giotto, artista innovatore, sceglie di rappresentare.
I Giotteschi
L’insegnamento di Giotto trovò ampio respiro in autori a lui vicini.
Nella sala della Galleria dell’Accademia, possiamo ammirare il Crocifisso con i dolenti e le storie della Passione, realizzato da Bernardo Daddi.
Il grande crocifisso alto più di tre metri mostra Cristo sulla croce con il corpo pesante e le gambe piegate.
Queste caratteristiche confermano la ripresa dell’iconografia avviata da Giotto con il Crocifisso di Santa Maria Novella.
Allievo di Giotto fu anche Taddeo Gaddi, e alla Galleria dell’Accademia è possibile ammirare le 28 formelle reaizzate dal Gaddi per la Basilica di Santa Croce.
Su di esse sono riportate le Storie di Gesù e le Storie di San Francesco.
In quest’opera prestigiosa il Gaddi dimostra di aver messo a frutto gli insegnamenti del maestro, facendo sfogo di una notevole libertà narrativa.
Le grandi opere sono presenti ovunque a Firenze.
Visitate la Galleria dell’Accademia e lasciatevi stupire dalle sue bellezze nascoste!