Nel complesso monumentale di Palazzo Pitti, abbracciato dal giardino di Boboli, ecco che troviamo quel fiore raro che è la Galleria Palatina. L’innumerevole quantità di opere che ospita la quadreria affascina e spaventa allo stesso tempo. Ma che cos’è la Galleria Palatina? E cosa vedere in questo labirinto artistico fin troppo ricco di capolavori?
Nessun ordine viene seguito nell’allestimento delle sale – fedele a quello desiderato dal granduca Pietro Leopoldo- e questo è stato a lungo ritenuto una pecca. In realtà, è proprio grazie alla mancanza d’ordine che la sensazione di immersione nel mondo dell’arte si accentua e regala emozioni uniche.
La Galleria Palatina ospita 28 sale che prendono il nome dal tema degli affreschi sulle volte. Il ciclo è dedicato alla mitologia greco-romana ma celebra anche la dinastia di casa Medici secondo un preciso e articolato sistema simbolico. In particolare, i soggetti mitologici alludono al tema della Vita e educazione del Principe, soggetto fondamentale del Barocco a Firenze che verrà ripreso da numerosi artisti locali.
Gli affreschi delle prime cinque sale furono realizzati dal più celebre pittore dell’epoca, Pietro da Cortona, mentre le altre sale sono opera di artisti neoclassici della prima metà dell’Ottocento. Attraversiamo la sala di Prometeo che ospita il Tondo Bartolini, esempio evidente dell’influenza del maestro botticelliano. Proseguiamo nella sala di Ulisse in cui è conservata la Madonna dell’Impannata, opera simbolo di Raffaelo, e arriviamo nella sala dell’Educazione di Giove. Tra i numerosi dipinti, due in particolare spiccano per maestria.
Galleria Palatina: che cosa vedere – AMORINO DORMIENTE
L’ Amorino dormiente, è un capolavoro di Caravaggio realizzato tra il 1606 e il 1609. L’artista dipinse questa piccola tela a Malta, negli ultimi momenti della sua permanenza sull’isola, dove aveva cercato protezione presso i cavalieri di Malta. Fuggiva, com’è noto, dal mandato di cattura a suo nome per il delitto commesso a Roma due anni prima.
In primo piano, il bambino dorme steso sulla schiena e con la mano sinistra tiene quello che, se fosse un bambino come tutti gli altri, sarebbe un suo gioco: un arco con una freccia. In realtà lui, che ha tutta l’apparenza di un bambino come tutti, in questo quadro è chiamato a rappresentare Cupido, il figlio di Venere. Si pensa che Caravaggio abbia usato come modello un bambino con gravi malattie alle ossa e probabilmente il sonno qui rappresentato rivela in realtà un triste preludio a una morte prematura.
Galleria Palatina: che cosa vedere – GIUDITTA CON LA TESTA DI OLOFERNE
Di fronte a un’opera silente e pacata come l’Amorino, ecco che possiamo osservarne una in cui l’atrocità fa da padrona. Giuditta con la testa di Oloferne, realizzata da Cristofano Allori tra il 1615 e il 1617.
L’opera ci mostra uno dei momenti maggiormente rappresentati nella storia dell’arte: la decapitazione o l’attimo immediatamente successivo al fatto. Giuditta, una ricca e bella vedova, era fra la gente di Betulia che stava subendo da 34 giorni l’assedio dell’esercito nemico, guidato da Oloferne. Il capo della città, ormai disperato, si era quasi convinto a cedere al nemico. Giuditta però non ne aveva la minima intenzione e, tirando fuori tutte le sue doti seduttive, si recò con un’ancella nel campo nemico. Le due giovani furono catturate e portate al cospetto di Oloferne che, colpito dalla sua bellezza, pensò di farla sua e fece preparare un gran banchetto. Giuditta finse di esser ammaliata della forza di Oloferne e durante il banchetto si mostrò compiacente e docile. Il capo nemico bevve al punto di ubriacarsi e, quando gli altri commensali se ne furono andati, la donna rimase sola con lui steso su un divano. Messa la sua ancella di guardia alla porta, prese la grande spada di Oloferne e gli tagliò la testa.
Allori ci presenta Giuditta, la sua ancella e quel che resta di Oloferne, i colori brillanti delle loro vesti spiccano sullo sfondo nero. La fierezza della donna, consapevole di aver salvato il suo popolo è tangibile nel suo sguardo, l’ancella con il suo sguardo interrogativo osserva Giuditta la quale si dimostra soddisfatta del suo gesto estremo.
L’ enorme collezione della Galleria Palatina prosegue fino agli Appartamenti Reali, attraversando capolavori di artisti inestimabili: Tiziano, Van Dyck, Rubens, Andrea del Sarto e molti altri ancora. La grandezza e la ricchezza di un patrimonio tale non ha eguali e vale la pena di essere ammirato almeno una volta nella vita.
Ecco come prenotare i biglietti per la Galleria Palatina! Per non perdersi nel labirinto della Galleria Palatina e scoprire segreti e aneddoti dei suoi capolavori consiglio di visitare la Galleria con una guida.