LA DUCHESSA E LO SFARZOSO VESTITO CON CUI VENNE RITRATTA DAL BRONZINO
Eleonora da Toledo fu una nobildonna spagnola, figlia del viceré di Napoli. Dai ritratti è possibile affermare che era una donna di gran bellezza dai tratti dolci e delicati. Il viso ovale, le ciglia sottili e gli occhi scuri ammaliarono il duca che si innamorò di lei; un amore ricambiato. Il loro, infatti, fu un matrimonio combinato ma felice.
Divenne moglie del di Cosimo I nel 1539, il quale cercava una sposa che lo aiutasse a rafforzare la sua posizione politica.
Nei momenti in cui il marito era assente, Eleonora diventava reggente del ducato. Cosimo I accettava consigli dalla moglie, la quale aveva un certo ascendente sul marito e proprio per questo riusciva a gestire il carattere burrascoso e i suoi sbalzi d’umore.
Vissero per un breve periodo a Palazzo Medici, prima di trasferirsi a Palazzo Vecchio e nel frattempo a Palazzo Pitti veniva ultimata la ristrutturazione. Fu lei a decidere di acquistare i terreni adiacenti per ampliare il giardino, poi diventato l’attuale Giardino di Boboli.
Essa voleva allontanarsi dal centro città poiché lo riteneva affollato e poco salubre, preferendo l’Oltrarno. Tra i motivi principali che la spinsero a fare questa scelta spicca la sua salute e della famiglia.
La duchessa mise al mondo ben undici figli, ma sette morirono prima di lei. Pensò che, spostandosi al di là del fiume, la situazione sarebbe migliorata.
AMATA DA COSIMO, MENO DAI FIORENTINI
Se è vero che Cosimo amò molto la moglie, non si può certo dire lo stesso per quanto riguarda i fiorentini. Gli abitanti di Firenze, infatti, non ebbero particolare simpatia nei confronti della duchessa. Questo perché Eleonora adottava spesso un atteggiamento altezzoso a causa della rigida educazione impartita. Inoltre, non era solita farsi vedere in città e quelle poche volte che accadeva non amava mischiarsi alla gente; girava per la città in carrozza. Altra cosa che la rese antipatica agli occhi dei fiorentini fu il fatto che decise di circondarsi di connazionali e, di conseguenza, di esprimersi sempre in spagnolo.
Bisogna sottolineare che non mancò di dare dimostrazione di grande magnanimità nei confronti del popolo che l’accolse, facendo elemosine, aiutando le giovani donne in difficoltà e sostenendo le chiese.
IL RITRATTO DI ELEONORA E IL MAESTOSO VESTITO
Il ritratto di Eleonora da Toledo realizzato dal Bronzino nel 1545 è decisamente il più famoso. Conservato agli Uffizi, il quadro è una testimonianza della raffinatezza e dello sfarzo della corte medicea.
A cogliere l’attenzione dell’osservatore è il vestito della duchessa: estremamente elegante, elaborato, opulento e sontuoso. É questo il vero protagonista del quadro. Osservandolo si capisce immediatamente l’alto rango della famiglia di appartenenza. Bronzino si concentrò sull’abbigliamento della duchessa, riportando con estrema cura e attenzione i dettagli.
Infatti, il vestito viene reso perfettamente nei materiali tanto da sembrare fotografato e non dipinto.
Esso è formato da un corpetto aderente ornato da una rete in cordoncino dorato con delle perle e da gonna ampia. Il tutto è realizzato in broccato damascato, con motivi neri ed oro in terciopelo, un velluto proveniente dalla Spagna, e ricamato alla spagnola.
Le maniche ampie presentano dei tagli da cui fuoriesce la camicia sottostante, tipico della moda del tempo.
In tutto l’abito vengono ripetuti i motivi della melagrana, con una di dimensioni maggiori sul ventre della duchessa a simboleggiare la sua fertilità (mise al mondo ben 11 figli) e il continuo della dinastia medicea.
CURIOSITA’: le maniche, unite con dei lacci, presentavano dei tagli per poter sostituire le maniche di un abito con altre, in modo da rinnovare il vestito e dargli un aspetto diverso.
Numerosi gioielli completano il look della moglie di Cosimo I. La cintura d’oro decorata con perle preziose, probabilmente venne realizzata da Benvenuto Cellini.
CURIOSITA’: Per molto tempo si credette alla leggenda che la duchessa fosse stata sepolta con questo abito. La notizia fu diffusa nel 1857 durante la prima esumazione delle tombe medicee. Solo in seguito, tra il 1945 e il 1949, quando venne aperta nuovamente la bara della duchessa e gli abiti furono analizzati e studiati, la leggenda si concluse e al giorno d’oggi non sappiamo dove sia questo meraviglioso abito che incanta i milioni di turisti che visitano gli Uffizi.
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