Continua il nostro giro per il centro di Firenze.
E a pochi passi da Ponte Vecchio troviamo la Loggia del Mercato Nuovo, così chiamata per distinguerla da quella del Mercato Vecchio, situato nella zona dove ora sorge Piazza della Repubblica.
La loggia venne eretta a metà Cinquecento da Giovan Battista del Tasso con lo scopo di vendere oggetti e tessuti pregiati.
Nnell’Ottocento divenne il centro indiscusso della vendita dei cappelli di paglia.
Il punto focale della Loggia rimane senza alcun dubbio la Fontana del Porcellino.
La fontana in realtà rappresenta un cinghiale ed è la copia in bronzo della statua realizzata da Pietro Tacca (l’originale oggi è conservato al Museo Bardini).
L’ idea di questa statua deriva da una copia romana che papa Pio IV donò a Cosimo Idurante la sua visita a Roma.
Dall’originale in marmo, oggi alla Galleria degli Uffizi, Cosimo II decise di farsene fare una copia in bronzo dal Tacca con lo scopo di destinarla a Palazzo Pitti.
A metà del Seicento, Ferdinando II chiese di poter modificare la statua dell’animale convertendola in fontana e posizionandola nella Loggia del Mercato Nuovo.
Toccare il muso del porcellino è ormai considerato un portafortuna e mettere una monetina nella bocca dell’animale e farlo scivolare dentro la grata è considerato l’unico modo per far avverare i propri desideri.
Un’altra curiosità piuttosto simpatica è legata invece alla Loggia del Mercato o, per meglio dire, alla pietra dello scandalo.
Si tratta di una lastra di marmo, visibile solo quando non ci sono le bancarelle, che riproduce a grandezza naturale una delle ruote del Carroccio, simbolo della Repubblica fiorentina.
Proprio intorno a questo punto si riunivano le truppe fiorentine prima di ogni battaglia. Ma la pietra aveva anche un altro ruolo.
Era infatti il punto dove venivano puniti i debitori che non erano in grado di pagare.
La punizione consisteva nell’incatenare e calare le braghe allo sfortunato per poi fargli battere ripetutamente le natiche su questa pietra.
Probabilmente è proprio da questa atipica usanza che i fiorentini hanno coniato l’espressione sculo inteso come sfortuna.
Come potrete ben capire, ai mercanti fiorentini non piaceva per niente essere presi in giro, a Firenze diciamo che non apprezzavano essere presi per bischeri.
E voi sapete cosa vuol dire e da dove nasce la parola bischero?
I Bischeri erano una famiglia di mercanti ricchi e potenti, possedevano le proprie case nella zona tra Piazza del Duomo e via dell’Oriuolo, conosciuta oggi come Canto dei Bischeri, per l’appunto.
Alla fine del 1200 il Comune di Firenze aveva deciso di costruire una nuova Cattedrale ed iniziò così ad acquistare degli appezzamenti nella zona limitrofa alla vecchia chiesa di Santa Reparata.
Anche la famiglia Bischeri possedeva il suo terreno in quelle zone ma si rifiutò di venderlo, sperando di ricavarci più soldi in un futuro.
Il Comune tentò più volte di farsi vendere il terreno, ma niente, la famiglia non cedeva.
Quando l’organizzazione comunale si stufò espropriò i terreni dei Bischeri e non pagò loro nessuna quota.
E loro fecero proprio la figura dei…bischeri!
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